La città di Genova è oggi caratterizzata da un ampio e ben conservato centro storico, in cui si notano molti edifici residenziali risalenti al XII-XIV secolo alti diversi piani e caratterizzati da murature esterne in pietra squadrata o, in minore misura, mattoni. Le profonde trasformazioni avvenute tra il Quattrocento e l’Ottocento hanno comportato evidenti stratificazioni degli edifici preesistenti, che sono stati accorpati, soprelevati e modificati internamente ed esternamente. Tutto ciò che, delle precedenti fasi edilizie, risultava ancora utile, è stato conservato ed è rimasto inglobato dentro una nuova veste architettonica: ad esempio i solai lignei nati per essere “a vista” sono stati nascosti da false volte in canniccio intonacato. La Genova medievale che possiamo ricostruire tramite lo studio stratigrafico dell’esistente è però molto diversa da quella che doveva essere la città nel Medioevo.
Le fonti documentarie genovesi mostrano infatti che a fianco alla Genova di pietra e mattoni esisteva una Genova di legno che è progressivamente scomparsa sia a causa dei ricorrenti e devastanti incendi di cui danno notizia gli Annali cittadini, sia per volontà dei suoi abitanti e dei suoi amministratori. Tale cambiamento nella scelta dei materiale e delle tecniche costruttive riguarda le case, ma anche il porto (i cui pontili di legno vennero sostituiti da ponti in muratura entro il XV secolo) e le infrastrutture mercantili (come il porticato della Ripa, le cui colonne già nel 1133 dovevano essere di pietra e non di legno).
Il contributo cercherà di fare luce su una Genova medievale assai più complessa e costruttivamente varia di quella giunta fino a noi, di ricostruire tempi e modalità della pietrificazione della città e di interrogarsi sulle cause (economiche? formali? legate alla sicurezza e alla durata dei materiali?) che hanno condotto a tale progressiva sostituzione/cancellazione.